domenica 2 gennaio 2011

Audi A1, ci piace?

Audi A1, tutte le carte per sfondare

Doveva essere Audi e Audi è, al 100%
. Prima che una rivale della Mini, prima che una nuova compatta d’elite, l’A1 è nata con l’obiettivo dichiarato di portare nel mondo delle piccole i tratti tipici delle vetture di Ingolstadt. Obiettivo pienamente centrato, e non solo per via della calandra single frame o delle alette formate dai Led luminosi.
E' il disegno della vettura nel suo complesso a richiamare già dal primo impatto visivo i canoni formali tipici del design AudiÈ: dal rapporto fra lamiera e cristalli nelle fiancate, alla linea di cintura continua, allo sviluppo del padiglione, basso e compatto, che sembra andare a “pesare” sulle ruote posteriori. Poi, ovviamente, ci sono anche gli elementi personali: la stessa calandra (dove i tagli al vertice presentano un’inclinazione più secca rispetto alla A8, oltre che paralleli linea “negativa” dei fari) il cofano motore “a cappello”, con la chiusura che va ad appoggiarsi sulla linea di cintura, la piccola mensola alla base del lunotto in un portellone che abbraccia per intero la coda, allargandone l’impatto visivo. Soprattutto, ci sono i due archi che disegnano il padiglione, ovviamente molto più evidenti se si opta per la colorazione a contrasto, prevista fra le mille opzioni possibili in una carrozzeria che vede invece ridotte al minimo le differenze fra una versione e l’altra: il disegno dei cerchi (singolare la finitura dei 17” previsti in opzione, con le razze parzialmente brunite), il terminale di scarico (doppia uscita per la 1.4 TFSI) e poco più.
Anche dal punto di vista esecutivo il corpo vettura appare all’altezza delle tradizioni di marca, nell’uniformità della verniciatura come nella precisione degli accostamenti fra le lamiere e nella definizione dei dettagli. Alla fine, l’unico appunto riguarda l’assenza (ormai generalizzata, purtroppo) di catadiottri sulle porte, accompagnata dalla scelta di confinare le luci pozzanghera in uno dei tanti pacchetti di opzioni. Da segnalare anche il ricorso a profili di guarnizione piuttosto vistosi attorno ai cristalli, prima testimonianza delle molte cure dedicate all’isolamento acustico dell’abitacolo. Il quale, per parte sua, si presenta altrettanto all’altezza delle pur elevate aspettative.
E, ancora una volta, fedele ai canoni di fondo di casa Audi: niente bizzarrie, niente soluzioni a effetto, ma tanta attenzione alla qualità, dovunque si guardi. Si può cominciare dai sedili per esempio, che con l’allestimento Ambition propongono un taglio sportivo, bene evidenziato dai profili di contenimento che caratterizzano sia gli schienali sia i cuscini, garantendo un adeguato supporto senza rivelarsi costrittivi all’eccesso. Si può continuare con i rivestimenti, dai tessuti utilizzati per gli stessi sedili a quelli impiegati sui pannelli porta: sono interamente in sintetico, impreziositi dagli inserti lucidi per maniglione, maniglie e relativo profilo di contorno. Altrettanto apprezzabile la plancia, contraddistinta dal rivestimento morbido anche nella parte inferiore. Qui spiccano le vistose bocchette di aerazione, come molti altri elementi corredate da pomelli “alu look”. Visivamente la struttura beneficia della scalfatura che la taglia in orizzontale, oltre che dalla separazione rispetto alla console centrale. Elegante anche la vasca sottostante, che contorna la leva del cambio; qui troviamo anche uno dei pochi dettagli fuori posto, la collocazione dell’accendisigari che sembra quasi un disincentivo al fumo, tanto è scomodo da raggiungere.

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